Digital divide

Capiamo qual è il suo significato, le cause e come si può affrontare il problema.

Per digital divide si intende un vero e proprio “divario digitale” tra chi ha accesso a internet e chi invece non può accedervi (in modo totale o parziale). In realtà, oggi non si tratta più di una semplice questione di accesso alla rete, ma anche della sua qualità e della sua modalità di accesso e fruizione. Molti di noi hanno iniziato a conoscere il fenomeno con l’avvento della pandemia di Covid-19, quando in Italia erano all’ordine del giorno le notizie di chi non poteva usufruire dell’istruzione a distanza, del telelavoro o dell’assistenza sanitaria digitale. La pandemia, però, ha solamente messo in luce una disparità esistente già da molto tempo e che ha delle serie ripercussioni socio-economiche e culturali.

L’accesso alla rete e in generale a tutte le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) non è soltanto legato a fattori di tipo geografico e geopolitico, ma anche a fattori “umani” come l’età, il sesso, il titolo di studio e il reddito. In questo senso, si può dire che il digital divide riproduce disuguaglianze sociali già esistenti offline, talvolta rafforzandole. Alcuni studi hanno infatti dimostrato che le persone con un reddito alto e un grado d’istruzione elevato hanno maggiore facilità di accesso alla rete, così come sono facilitati coloro che abitano in città sviluppate e all’avanguardia.


Tipologie di divario digitale:

Le cause del divario digitale possono essere una carenza di tipo infrastrutturale (quando mancano le dotazioni e gli strumenti necessari alla navigazione, ad esempio i computer o le linee di accesso a internet) o l'assenza di conoscenze informatiche che permettano lo svolgimento di semplici attività virtuali (cioè, i mezzi e gli strumenti ci sono, ma non c'è una formazione adeguata a utilizzarli).

L’accesso alla rete e in generale a tutte le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) non è soltanto legato a fattori di tipo geografico e geopolitico, ma anche a fattori “umani” come l’età, il sesso, il titolo di studio e il reddito. In questo senso, si può dire che il digital divide riproduce disuguaglianze sociali già esistenti offline, talvolta rafforzandole. Alcuni studi hanno infatti dimostrato che le persone con un reddito alto e un grado d’istruzione elevato hanno maggiore facilità di accesso alla rete, così come sono facilitati coloro che abitano in città sviluppate e all’avanguardia.

si pensi a tutte quelle attività che con il tempo sono state digitalizzate e che sono inarrivabili per chi non sa o non può usare gli strumenti digitali (il pagamento delle bollette, i rapporti con la pubblica amministrazione, i fascicoli sanitari e tanti altri). Questa è a tutti gli effetti una nuova forma di disuguaglianza e un grave fattore di discriminazione culturale ed esclusione sociale.

Le categorie più svantaggiate:

  • anziani
  • donne
  • immigrati
  • disabili
  • persone con difficoltà economiche

Internet sta diventando a tutti gli effetti un bene comune, e l’ONU stesso si sta impegnando affinché si adottino delle politiche inclusive. Come per tutti i problemi complessi, la soluzione non è mai una. Proviamo quindi a enunciare alcune azioni che possono contribuire a superare il problema: servizio Internet a prezzi accessibili e veloce anche nelle zone rurali, promozione dell’utilizzo consapevole del digitale e studio approfondito del fenomeno.

Dal momento che abbiamo visto che il divario è spesso legato a condizioni di svantaggio “iniziale” delle persone, non bisogna dimenticarsi che si può agire anche partendo dalla radice: aumentando i livelli di educazione, democrazia, mobilità sociale e uguaglianza economica della popolazione.